Vi presento qui l'esordio nella pianificazione di inTerritori, un nostro progetto interdisciplinare che intende occuparsi di nuove modalità e paradigmi di riqualificazione urbana e territoriale. Nato nel 2012 dal confronto teorico e disciplinare tra il sottoscritto e il dott. Simone Cappellari, geografo, ha come obiettivo primario l’elaborazione di nuove strategie di intervento urbano e territoriale a basso impatto economico, mediante il recupero e la rifunzionalizzazione di edifici dismessi, attraverso la sviluppo di nuove reti locali e la partecipazione consapevole dell’utente e del cittadino alla pianificazione territoriale.
E' dunque da circa un anno che stiamo faticosamente elaborando prassi e semantiche comuni tra le nostre discipline (architettura e geografia, ovviamente), con molti inevitabili scontri culturali e sorprese metodologiche.
Ci siamo accorti infatti che da una collaborazione interdisciplinare poteva nascere un compendio programmatico, in cui l'architettura potesse recepire l'interesse per l'azione antropica (anche senza opere d'architettura) e la geografia potesse entrare di diritto in ambito progettuale (come già accade in altri paesi).
Abbiamo inteso che sussista una differente percezione del valore (per la geografia è molto più territoriale e assolutamente non monumentale), ma anche che occorre poter immaginare il territorio futuro (e in questo l'architettura sa essere prepotentemente coinvolgente).
In altre parole l'architettura sembra aver bisogno di 'piedi a terra', la geografia di 'testa fra le nuvole'.
Re-Cycling, planimetria di progetto (courtesy inTerritori) |
Abbiamo così colto l'occasione dataci dai Giovani Architetti di Padova di partecipare ad un workshop sul piccolo borgo di Salboro (in provincia di Padova), e nello specifico sul tema del re-cycling. Attualmente Salboro è ben connessa al centro storico di Padova con una pista ciclabile, ma ci è stato richiesto di valutare strategie ulteriori per potenziare un rapporto emozionale tra l'utente in transito e il territorio.
Così inTerritori ha accettato la sfida: lavorare sull'esistente, proponendo un concept territoriale all'interno di una scala urbana ben definita. Occorreva connettere in altro modo Salboro a Padova, invogliare il ciclo-turista (ma anche il cittadino in transito) a recarsi oltre le mura della città storica, alla ricerca di emozioni.
Il punto di arrivo imposto dal programma del workshop doveva essere la vecchia chiesa sconsacrata di S. Maria, a Salboro. Ed ecco un'altra sfida: cosa fare nella chiesa? Quali altre strategie eravamo in grado di adottare oltre all'adozione standardizzata delle funzioni di 'teatro' o di 'museo'?
Ebbene, la nostra conditio sine qua non è stata fin da subito evidente: la chiesa di S. Maria doveva rimanere simbolicamente inalterata. La nuova funzione doveva quindi rispettare la sacralità storica dell'edificio. E questa doveva riuscire a tradurre verso Salboro l'efficienza di marketing turistico del centro storico.
veduta della chiesa di S. Giustina dal Prato della Valle, a Padova |
Il Prato della Valle è certamente determinante nel palinsesto turistico di Padova, ma la recente (e virtuosa) espansione dell'Orto Botanico ci ha dato l'abbrivio determinante.
Perché non realizzare a Salboro un piccolo avamposto dell'Orto Botanico, che possa esprimere la sua naturale vocazione all'aggregazione sociale e territoriale?
Ed ecco che, nel progetto che abbiamo consegnato ai Giovani Architetti e che è in esposizione a Padova all'interno della mostra RE-PLAY, questo piccolo Parco Botanico interagisce direttamente con la nuova funzione proposta per la chiesa di S.Maria, nella quale ipotizziamo la localizzazione di un atelier (visitabile dal pubblico) per la pittura sacra, con pigmenti naturali.
veduta del Parco Botanico proposto, con piccola serra e bacino di biofitodepurazione. |
veduta del nuovo sagrato tra le due chiese di Salboro. In basso a sinistra: spaccato dell'ex-chiesa di S. Maria. |
I dipinti potrebbero diventare occasione di marketing (non solo urbano) e di realizzazione di un piccolo polo culturale specifico per il territorio a sud di Padova.
In questo senso non verrebbero meno le aspettative che hanno portato al potenziamento dello stesso Orto Botanico. Riporta infatti La Repubblica:
'Quello che a Padova non volevano, però, era restare attaccati solo alla storia. Nel suo magnifico studio arredato tutto da Giò Ponti, il rettore Giuseppe Zaccaria spiega che questa operazione partita dall'università vuole essere un modello per il Paese, la dimostrazione che la cultura e la scienza possono diventare una formidabile arma di sviluppo. "Questo - dice - resterà un luogo di ricerca ma si aprirà alla città e al mondo, diventerà un luogo di aggregazione urbana e di richiamo turistico". Sarà un luogo nuovo, aperto, divertente. Come accade in Inghilterra, per raccogliere fondi aprirà una sua charity - "gli amici dell'Orto" - e lancerà il progetto "adotta una pianta". Intanto si lavora per mettere on line il Wikiorto e il progetto Greenternet, una vera e propria rete web botanica. Un luogo filosofico, anche. Perché passando da qui è evidente - come dice l'architetto Giorgio Strappazzon che ha curato il sito - che le piante possono vivere senza l'uomo ma l'uomo non può vivere senza le piante.'(da http://www.repubblica.it/ambiente/2013/10/14/news/orto_botanico_padova-68532658/?ref=HREC1-12)
Il titolo della nostra proposta di progetto è Penisole Urbane. E vi riporto qui di seguito uno stralcio della relazione (pubblicata in Be City Smart - scenari e progetti per un'urbanità 2.0, Overview, Padova 2013):
CONTATTO.
Due punti di una rete preesistente alla definizione geografica entrano in
relazione attraverso una nuova connessione locale e acquistano la forma di una
nuova esperienza cognitivo-relazionale: Re-cycling;
Re-ciclare; Ri-utilizzare… Ri-funzionalizzare un edificio è ri-posizionarlo
nella rete territoriale. Ma in alcuni casi è più efficace la strategia di
mantenere intatta la sua forza simbolica originaria.
Si
legga in questa chiave l’allestimento di un laboratorio espositivo permanente
di pittura e arte sacra, con cui proponiamo una nuova funzione alla chiesa
di S. Maria di Salboro. Per valorizzarne l’aspetto storico-artistico abbiamo
ipotizzato anche la costruzione di un parco botanico nell’area verde pubblica
di via Cavalca Fra Domenico. Destinato alla coltivazione di piante per la produzione
di pigmenti coloranti - da impiegare nella pittura e nelle miniature, secondo
la tradizione artigianale rinascimentale - e alle attività ludico/formative, aumenta
l’efficacia didattica e la ricettività turistica della nuova funzione della Chiesa
ristrutturata.
Abbiamo
definito così uno dei due nuovi punti della rete di progetto. Ora passiamo al
secondo, già nodo di molte reti: Prato Della Valle e l’Orto Botanico
Universitario. La forza attrattiva di questi due elementi urbani e le attività
ad essi connesse, contribuiscono a rafforzare la ricettività turistica della chiesa
e del nuovo parco botanico: si utilizza il marketing urbano di Prato Della
Valle e dell’Orto Botanico per veicolare il visitatore a percorrere il
tragitto ciclabile fino alla Chiesa ed il parco. In particolare, quest’ultimo sarà così percepito
come ulteriore attrattiva dell’Orto Botanico Patavino e, di conseguenza, la
coltivazione delle piante, la preparazione dei pigmenti coloranti e la
formazione didattica delocalizzate a Salboro potranno essere integrate con le
tradizionali attrattive botaniche già esistenti.
La
connessione ciclabile esiste già, ma va riletto strategicamente come un’esperienza
visuale che, già da Prato Della Valle e dall’Orto Botanico, concede all’utente l’occasione
di assaporare le attese create dal marketing urbano. A tal scopo, proponiamo di migliorare la
ciclabilità e la visuale paesaggistica di Ponte Quattro Martiri.
Veduta del canale Scaricatore dal Ponte di Salboro. |
Inoltre,
adiacente alla tangenziale immaginiamo un luogo adibito al coworking, punto di
scambio culturale ed esperienziale, che con l’ausilio di attività
ricreativo/ricettive possa potenziare la connessione territoriale dei due
punti.
Le
esternalità positive di questo progetto - incremento della ricettività
turistica, aumento dell’offerta didattico/formativa – potranno arricchire il
territorio di nuove opportunità d’interazione sociale e di attività economiche,
non solo per la comunità residente.
Ecco infine le due tavole di progetto esposte fino al 15 novembre, a Piazza Insurrezione (Padova).
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